Top Italian Green Influencers: i vincitori.

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Durante la Fiera Sana, che quest’anno si sviluppa principalmente attorno a tre temi Food, Care&Beauty e Green Life Style, è in calendario un evento molto interessante il 6 settembre alle ore 11,00 presso la sala Melodia della Fiera di Bologna ed è ad ingresso libero: GREEN FOOD INFLUENCER: COME SI COMUNICA LA SOSTENIBILITÀ DEL CIBO TRA INFLUENCER, ISTITUZIONI, APP E CAMPAGNE

L’evento tratta la prima ricerca in Italia sui green influencer, realizzata da GreenStyle in collaborazione con Press Play, Letizia Palmisano e BloggerItalia, che ha tracciato una prima mappatura di chi in Italia comunica i temi della sostenibilità con efficacia e coerenza sui social network ed ha premiato i 10 green influencer  più efficaci tra cui anche Alessandro Gassmann, che si è aggiudicato quest’anno il premio di top green influencer.

Tra i Top Influencer trovo con piacere un Amico che seguo da anni sui social network ed è un vero piacere poterlo intervistare per spiegarci meglio il suo ruolo di influencer.

Luca Talotta che mi fa piacere sottolineare è l’unico influencer senza un’estrazione totalmente green.

Intervista a Luca Talotta.

Un’importante casa automobilistica come la Nissan, e non solo lei, in qualità di azienda sempre molto attenta al rispetto ambientale e sempre molto propensa comunicare la loro personal branding attraverso l’impiego di influencer, ti hanno scelto come tale.

Sono molto onorato di essere stato scelto da Nissan per il lancio europeo della sua Leaf, che oltretutto è la vettura elettrica 100% più diffusa. Ma è stato solo un primo tassello di una lunga storia, visto che a catena sono arrivate anche altre case. Il motivo è semplice: mai come in questo momento la mobilità elettrica ed alternativa è vista come una possibilità oltre che una speranza di poter avere un mondo sempre migliore.

In base a quali caratteristiche sei stato selezionato come loro influencer?

Diciamo che bisognerebbe chiederlo a loro (ride, ndA…). A parte gli scherzi, penso di aver avuto finora due vantaggi: il primo è la mia estrazione giornalistica, che ho visto piacere molto alle aziende. Spesso la parola influencer viene vista con un’accezione negativa, in questo caso avere un background del genere aiuta enormemente. Il secondo vantaggio, banale, è che sono uno dei pochi a trattare questi argomenti. Il perché è semplice: non sono tematiche semplici, bisogna informarsi, leggere molto e rimanere aggiornati.

Sei uno dei vincitori del premio Green Influencer al Sana 2019 ed unico nel settore Mobilità Sostenibile, settore assolutamente nuovo nel green. Come ti senti?

Sono orgoglioso, perché al di là del riconoscimento questo per me ha un significato unico. Vuol dire che quello che fai piace alle aziende, che stai trasmettendo i giusti messaggi. E poi i riconoscimenti veri sono quelli che hai dal pubblico: quando la gente ti scrivo in privato per avere consigli su vetture da acquistare, delucidazioni sui vantaggi dell’elettrico, dell’ibrido, eccetera. In sostanza, diventi un punto di riferimento per le persone: cosa che dovrebbero fare tutti gli influencer.

Attraverso quali azioni e strategie di comunicazione digitale comunichi i tuoi green content?

I canali che utilizzo sono di fatto quelli social, con Facebook e Instagram in primo piano, oltre a LinkedIn, e i miei due blog timemagazine.it e talots.it. Chiaramente non parlo solo di tematiche green, anche perché come tutti quanti ho diverse passioni. Ma le tematiche automotive e legate alla sostenibilità hanno un grande peso.

Quanto vengono influenzate le case automobilistiche a modificare scelte nella costruzione di auto sempre più a basso impatto ambientale?

Difficile a dirsi. Rispetto al recente passato si è passati dall’avere aziende pionieristiche a produzioni su scala industriale; quindi anche le logiche di mercato sono totalmente differenti. Secondo me è più facile che le case automobilistiche sì recepiscano le richieste e le curiosità del mercato, ma sfruttino soprattutto gli esempi maggiori, penso a Tesla, per vedere la risposta delle persone.

Quanto le persone percepiscono i tuoi contenuti e vengono sensibilizzati ad un acquisto consapevole ed attento al rispetto ambientale?

Molto. Forse perché mai come oggi si parla di questi temi. Penso a Greta Thunberg, che da perfetta sconosciuta si è tramutata in paladina del vivere green nel giro di pochissimo. Ma non solo, perché oggi le persone leggono, si interessano e sono molto informate. Se dici una cavolata vieni subito scoperto, cosa che rende il tuo lavoro ancora più difficile ma anche più stimolante. 

Che macchina hai?

Ho avuto una Fiat Punto per dieci anni, rientrando appieno nell’italiano medio che tiene una propria vettura almeno due lustri. Oggi, invece, mi muovo con il car sharing. Se possibile, ovviamente, il più sostenibile possibile.

Grazie Luca, vorrei aggiungere prima di concludere che sempre di più le aziende utilizzano e creano nuovi modelli di comunicazione dove l’intervento e il contributo degli influencer ha un valore ancora più incisivo per l’impegno ivi profuso.

Certo è che, come anche Luca ci conferma, gli Influencer, Micro Influencer e Nano Influencer (aggiungo io) devono assolutamente essere persone che veramente sanno di quello che parlano per due motivi importanti: la credibilità del brand e la credibilità dell’influencer che ha a che fare con persone sempre più informate, attente e pretenziose.

Mi preme sottolineare l’importanza di selezionare, da parte delle aziende, “nuovi comunicatori” di valore che non servono solo per avere un like in più, ma per comunicare valore.

Grazie Luca, complimenti e a presto!

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