Nella puntata di #Parlaconme del 21 gennaio verrà trattato ampiamente il fenomeno dell’Italian Sounding, il fenomeno di pirateria internazionale che utilizza richiami all’Italia sulle etichette di alimenti taroccati, che non hanno nulla a che fare con il nostro sistema produttivo. Rappresenta un inganno per i consumatori ed una concorrenza sleale nei confronti dei nostri imprenditori, impegnati nella salvaguardia del territorio e nella valorizzazione delle grandi eccellenze locali.
Difendere il cibo che produciamo, in Italia e sul mercato internazionale è un modo per salvaguardare la salute di tutti, ma anche per tutelare l’economia del nostro territorio e con essa l’occupazione.
Fare conoscere il prodotto è sicuramente dovere di una corretta comunicazione, informazione, promozione, valorizzazione, tutela e difesa, ma quali sono le altre realtà che sul territorio possono andare a supportare la lotta contro l’Agro-Pirateria?
Ne parla Simona Riccio insieme a:
Alfonso Pecoraro Scanio – Presidente della Fondazione Univerde
Gianluca Cornelio Meglio – Direttore Generale Caat – Centro Agroalimentare Torino
Raffale Trovato – Fondatore e Direttore Generale presso Ass IFSE Culinary Institute
Alfonso Pecoraro Scanio , nello specifico, sostiene che è necessario riconoscere il ruolo di Ambassador agli Chef in Italia e nel mondo. E’ importante ricordare la forza dell’arte della cucina italiana e l’arte del pizzaiolo italiano, di cui lui è fortemente promotore. Il ruolo che hanno gli Ambasciatori è anche quello di diffondere l’arte della tradizione della cucina e lo stile di vita degli italiani
Gianluca Cornelio Meglio spiegherà quale ruolo fondamentale riveste il Centro come anello di congiunzione tra la produzione e la distribuzione nel settore agroalimentare. Nel corso della trasmissione affronterà da una parte l’annoso problema dell’Italian sounding e delle gravi implicazioni che provoca nel contesto agroalimentare, e, sull’altro versante, la realtà che il CAAT rappresenta, vale a dire il naturale connubio tra la filiera agroalimentare e la categoria dei cuochi, in uno sforzo e azione sinergica per la valorizzazione del made in Italy”.
Raffaele Trovato rappresenta l’Alta cucina italiana e spiega spesso quanto sia importante educare gli chef all’utilizzo del prodotto italiano, a conoscere il prodotto, a saperlo cucinare in modo corretto, formazione, informazione, comunicazione. Gli chef devono “vendere” nel miglior modo possibile il madeinitaly e diventano difensori dello stesso prodotto italiano. E’ necessario, dice Trovato, fare conoscere bene il prodotto italiano allo chef che può essere italiano o meno, non importa, è necessario però che lo conosca per saperlo proporre in maniera corretta al consumatore.

Il Caat di Torino interviene sul fenomeno dell’Italian Sounding

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Simona